Valstagna, sorta sulla destra del Brenta, all'uscita della Val Frenzela, che nel suo ultimo tratto di torrente reca ancora il nome di Valstagna, si distingue fra i paesi della Valbrenta, oltre che per la singolare posizione topografica e l'inconfondibile aspetto urbanistico del capoluogo, anche per la regolare disposizione delle contrade che, succedendosi per una buona dozzina di chilometri in una lunga ininterrotta serie di abitati, occupano il breve margine vallivo tra la montagna ed il fiume.

Storicamente le contrade principali, a partire da quelle a nord si chiamano (Sbarra, Marini, Mattana, Barbamarco, Pieretti, Cavai, Valgadena, Giara Modon, Ponte Subiolo, Fontoli, Col Mezzorigo, Mori, Mattietti, Giaconi, Togo, Torre, Bigola, Londa, Tovi) e le frazioni Oliero, San Gaetano, Sasso Stefani, Collicello, Costa.

Il nostro comune ai tempi nostri si può suddivedere in  10 contrade, a cui si ispirano anche le gesta dei concorrenti del Palio delle zattere (Oliero -di Sotto e di Sopra, Londa, Torre, Mori, Fontoli, San Gaetano, Sasso Stefani, Giara Modon, Costa e Collicello).

CONTRADA SASSO STEFANI
sassostefani
Sasso Stefani
Lo stemma della frazione rappresenta una casa di sasso; più propriamente ad essere raffigurato è il “cason de Barbarossa” sopra Giara Modon: personaggio avvezzo alla fatica, dalla barba e capelli rossi che con il suo tenace lavoro di punta e mazzetta, ha costruito il cosiddetto “cason”, antico essiccatoio per il tabacco. Il tempo trascorso e l’incuria lo stanno cancellando tant’è avvolto dalla folta vegetazione, ma non per questo dimenticato se è vero che i “stefanari” sono orgogliosi di averlo posto a simbolo della contrada.
 

Sasso Stefani- Giara Modon

Sasso Stefani-Giara