Valstagna, sorta sulla destra del Brenta, all'uscita della Val Frenzela, che nel suo ultimo tratto di torrente reca ancora il nome di Valstagna, si distingue fra i paesi della Valbrenta, oltre che per la singolare posizione topografica e l'inconfondibile aspetto urbanistico del capoluogo, anche per la regolare disposizione delle contrade che, succedendosi per una buona dozzina di chilometri in una lunga ininterrotta serie di abitati, occupano il breve margine vallivo tra la montagna ed il fiume.
Storicamente le contrade principali, a partire da quelle a nord si chiamano (Sbarra, Marini, Mattana, Barbamarco, Pieretti, Cavai, Valgadena, Giara Modon, Ponte Subiolo, Fontoli, Col Mezzorigo, Mori, Mattietti, Giaconi, Togo, Torre, Bigola, Londa, Tovi) e le frazioni Oliero, San Gaetano, Sasso Stefani, Collicello, Costa.
Il nostro comune ai tempi nostri si può suddivedere in 10 contrade, a cui si ispirano anche le gesta dei concorrenti del Palio delle zattere (Oliero -di Sotto e di Sopra, Londa, Torre, Mori, Fontoli, San Gaetano, Sasso Stefani, Giara Modon, Costa e Collicello).
CONTRADA LONDA
Il toponimo della contrada Londa prende origine da quel promontorio roccioso che sembra proiettarsi sul Brenta, per frenarne il corso, e cioè dal Sasso dell'onda, indicato attualmente come Sasso-Londa.Di particolare interesse sono alcune delle case sorte a ridosso del Sasso-Londa, perchè testimoniano l'attività più antica e forse la più rischiosa per la nostra gente, cioè la fluitazione del legname.
Quest'ultimo ridotto in tronchi, secondo criteri di spessore e lunghezza ben precisi, una volta trainato a valle, veniva accatastato in punti diversi della riva destra del Brenta, a ridosso della Valstagna, in attesa che la portata del fiume fosse ottimale per il trasporto.Si aspettavano quindi le pioggie e le piene conseguenti,ma non a caso.Proprio a Londa, sul Sasso di Londa, a causa della pericolosità deòl passo e del ribollimento dell'acqua, si appostava una vedetta che, col suono del corno, dava l'avviso, verso nord, del momento più opportuno per rotolare in acqua i tronchi.Immediatamente partivano delle zattere per appostarsi nei punti più adatti per controllarne il passaggio ed eventualmente regolarne il corso.Il momento più cruciale era quello del passaggio sotto Sasso-Londa.I tronchi dovevano scivolare giù quasi singolarmente per immettersi nel "Fiatorio" e quindi proseguire ordinatamente fino ad Oliero, dove altri zattieri provvedevano a dare loro le direzioni necessarie.
Londa