Ogni Paese ha la sua « storia » e anche Valstagna ne ha una, antica, sofferta, tormentata e scandita da tanti momenti drammatici: contrasti di confine, alluvioni, guerre ed emigrazioni.
Ogni famiglia di questo paese e della Valle del Brenta ha una « sua » vicenda, caratterizzata da sacrifici, da stenti, spesso da lutti. E la memoria storica di queste vicende ha la sua origine negli avvenimenti di quel travagliato periodo, 1915 -1918, che ha segnato profondamente tutta la successiva evoluzione sociale e morale della popolazione valligiana.
È per questo che in collaborazione con la Civica Biblioteca, si è ritenuto di far rivivere e ricordare quei lontani giorni della Grande Guerra.
Sembrava, nel 1915, che i fatti internazionali potessero influire solo marginalmente sull'Italia; ci si illuse di un conflitto possibile, ma contenuto, sbrigativo.
Poi intervennero gli eventi che conosciamo e si arrivò alla dichiarazione di guerra. In breve tutte le nostre case furono occupate dai soldati in marcia verso l'Altopiano o in sosta per eseguire con i civili importanti opere di collegamento e di sostegno alle prime linee: basti pensare alla strada che conduce a Foza, e agli enormi serbatoi d'acqua ad Oliero ed in Val Frenzela.
Sino al 1917 fu molto attiva la partecipazione dei civili, che non solo operarono alacremente nel territorio, ma furono anche di grande sostegno ed aiuto nell'assistenza alle truppe.
La Val del Brenta e la Val Frenzela divennero un centro strategico davvero nevralgico.Ispirarono anche scritti molto importanti: basti pensare ad Autori come E. Lussu ed E. Hemingway.
Nell'autunno del 1917, tutta la popolazione dovette abbandonare il paese ed avviarsi verso una destinazione ignota; chi venne condotto in Romagna, chi in Campania, chi in Puglia, chi addirittura in Sicilia.
A conclusione del conflitto i profughi ritornarono al paese senza più nulla e Valstagna dava ormai l'impressione di un borgo abbandonato e distrutto. I nostri concittadini caduti furono oltre centotrenta.
Quelli che tornarono, invalidi, orfani e vedove, ripresero lentamente la ricostruzione. Ma erano in tanti, e i boschi distrutti o le malghe dissestate non potevano assicurare un minimo di sostentamento. Incominciò allora una massiccia emigrazione. Che, prima vistosa, poi meno intensa, interessò Valstagna fino agli anni Sessanta.
Ma è proprio l'anno 1918 che vorremmo sottolineare, per esaltare la tempra ed il coraggio della nostra gente; non fu un caso infatti se vennero assegnate a Marco Sasso la medaglia d'oro, e al Comune la Croce al merito, poiché la solidarietà, l'altruismo ed il comportamento eroico caratterizzarono la personalità di tutta la nostra gente.
Ed è a quei valori semplici, ma nello stesso tempo forti, che cerchiamo di riagganciarci per riscoprirne la profonda validità. Che senso ha infatti, nelle mutate condizioni sociali, politiche e culturali, ricordare quegli anni se non ne avvertiamo il messaggio?
Ecco, il senso dell’anniversario della Vittoria deve essere questo: ricordare per capire che quella lezione di vita, quei valori profondi devono diventare nostro perenne patrimonio.
Benito Sasso
La chiesa di Valstagna. Aprile 1918
Valstagna
la Grande Guerra 1915-18
Nel 1918, ad un anno esatto dalla rotta di Caporetto (24 ottobre) l'offensiva del nostro esercito sbaragliò gli Austriaci a Vittorio Veneto, costringendoli ad una rotta precipitosa. E il 4 novembre, malgrado le trionfalistiche espressioni del Bollettino della Vittoria, la guerra si chiudeva comunque con un bilancio pesantissimo sia per i vinti che per i vincitori. L'ossario del Grappa e molti altri cimiteri di guerra sono rimasti quali tragiche testimonianze della enorme carneficina che vide coinvolti nel sacrificio migliaia di uomini.
Il 1918 e l'anno della vittoria. Con il passare degli anni non è stato cancellato il ricordo. Si è ravvivato anzi l'interesse per la storia di quell’evento che, per l'importanza assunta nell'evoluzione storica dell'Italia e per la vittoria conseguita, rimane un ricordo vivo, motivo di reverenza verso la memoria dei Caduti e di orgoglio per i combattenti che parteciparono a quella lotta, lunga ma infine vittoriosa.
Oggi disponiamo di una ricca storiografia e di una vasta letteratura, di studi critici, di scritti e di testimonianze autorevoli sulla Grande Guerra. Noi ci limitiamo ad una breve rievocazione dei fatti bellici che più direttamente interessarono la Valle del Brenta, che divide il Massiccio del Grappa dall'Altopiano dei Sette Comuni: l'uno e l'altro immane teatro della dura realtà che fu conosciuta e sofferta dai soldati italiani. Ma c'è anche la sofferenza di tanta gente, costretta ad abbandonare la casa e la propria terra, che conobbe l'amarezza del profugato e dopo il ritorno le distribuzioni, la fatica della ricostruzione, ma sopra ogni cosa la perdita del figlio, del marito ... in nome di una guerra giusta, ma tragica. La fatale dichiarazione di guerra cadde il 24 maggio del 1915. Quel giorno i nostri soldati, con la fanfara in testa, sfilarono per il Canale di Brenta in direzione di Primolano: lì al confine con l'Austria, abbattevano il cippo della bandiera austro-ungarica e mettevano piede sul suolo irredento.
Valstagna, giorno dopo giorno, veniva a trovarsi nelle immediate retrovie del fronte, esposta ai rischi e alle rovine di un conflitto che non si sapeva quanto sarebbe durato. I giovani di leva erano già partiti; e in casa erano rimasti temporaneamente i vecchi, le donne e i bambini.
Le persone abili al lavoro e che non erano partite per il fronte per l'età seguivano il Genio Militare dentro le valli e sull'Altopiano a forare gallerie, spianare strade, scavare trincee e svolgere cortine di filo spinato.
Giara Modon, punto estremo rimasto sempre in mano italiana. |
Nella primavera del '16 i primi aerei di ricognizione austriaci in perlustrazione al fronte apparvero sul breve cielo della nostra valle, mentre sull'Altopiano rombavano i cannoni.
La Strafe-expedition aveva scatenato tutto il suo furore sulle nostre linee, facendole ripiegare in un tentativo disperato di salvezza verso i bordi estremi dell'Altopiano (Monte Cengio, Buso, Monte Fior). Valstagna veniva cosi a trovarsi coinvolta direttamente nella guerra: diventava l'ultima tappa di ristoro delle truppe fresche dirette al fronte, e primo approdo nella bufera per quelle che scendevano lacere e peste dall'Altopiano.
Valstagna, Piazza San Marco |
La valle del Brenta, situata tra l'Altopiano dei Sette Comuni ed il Massiccio del Grappa, si collocava in una posizione geografica estremamente importante per i fatti di guerra che in questa zona si svolsero dal novembre 1917 all'ottobre 1918.
In particolare l'importanza strategica del Massiccio è documentata dalle sanguinose battaglie che qui si svolsero: bombardamenti, assalti all'arma bianca, trincee ravvicinate e furiosi corpo a corpo. Ma l'eroico sacrificio di migliaia di soldati italiani frenò l'offensiva austriaca il 15 giugno 1918.
Tra novembre e dicembre 1917 si svolse la I battaglia del Grappa. Dai bollettini di guerra si legge: «... Agli sbarramenti di S. Marino in Val Brenta, reparti avversari vennero ricacciati con molte perdite ...» (16 nov.)
«L'avversario venne sanguinosamente respinto alla baionetta allo sbarramento di S. Marino, dove lasciò nelle nostre mani, prigionieri e mitragliatrici ...» (22 nov.) Tra Brenta e Piave con violentissimo tiro di artiglieria si preparava l'avanzata della fanteria nemica. La lotta divampava asprissima e si protraeva per l'intera giornata. Le posizioni più volte perdute venivano riprese dai nostri soldati, che nei loro contrattacchi arrestavano definitivamente l'avversario.
Postazione nei pressi della contrada Giaconi. |
E questa tragedia immane si ripeté fino alla fine del 1917 dal Monfenera al Tomba, dal monte Pertica al Solarolo, dal Col della Berretta al Col Caprile, al Monte Asolone, alla Val Calcino.
II Comando di sottosettoree Comando di Compagnia nella Cengia di Monte Cornone sopra Valstagna. |
La II battaglia del Grappa si svolse tra il 15 giugno ed il 6 luglio 1918. La violenta offensiva austro-ungarica faceva parte di una operazione generale che doveva impegnare tutto l'esercito italiano dall'Astico al mare, chiudendolo in una stretta mortale. La poderosa offensiva, contenuta il 15 giugno, era già fiaccata il 17 quando la spinta controffensiva delle truppe, nostre e alleate, aveva conseguito parziali successi. Si combatté aspramente sul Col del Miglio, sul Col Moschin, sul fondo di Val S. Lorenzo ecc. per impedire che le truppe austro-ungariche superassero le ultime nostre difese e dilagassero nella pianura sottostante. Il 24 agosto 1918 a Villa Dolfin Rosa si svolse una grande cerimonia in onore dei soldati dell'Armata del Grappa.
Per la prima volta risuonò la canzone del Grappa.
La III battaglia del Grappa, che si svolse dal 24 al 30 ottobre 1918, con attacchi e contrattacchi da ambo le parti segna lo sfondamento del fronte e il passaggio delle prime truppe italiane sul Piave il 27 ottobre 1918. Nei giorni seguenti le truppe italiane avanzavano verso Vittorio Veneto. Sull'Altopiano dei Sette Comuni l'offensiva della sesta armata italiana, che si sviluppò con alterne vicende tra il 10 e il 29 giugno 1917, costituisce uno dei maggiori sforzi bellici e logistici sostenuti dall'esercito italiano durante la Grande Guerra. Questa vicenda culmina e si identifica nel sacrificio consumato soprattutto sull'Ortigara, una vicenda incalzante nel drammatico succedersi degli eventi, densa di eroismi e di miserie, di glorie e di meschinità. Sotto l'urgenza degli avvenimenti, gli uffici del Municipio e in seguito anche i locali delle scuole del capoluogo e di Oliero venivano trasformati in infermeria militare. Una lunga serie di salme di militari venivano inviate giù dalle montagne dalla Strafe-expedition fin dal settembre del '16 creando non pochi problemi nel nostro cimitero di Londa, la cui area dovette necessariamente essere ampliata sul lato prospiciente il fiume.
In omaggio alla « civiltà » della guerra il Consiglio comunale deliberava il 24 settembre 1916 di conferire il nome di Cesare Battisti alla via Rosta (oggi via Roma) e quello di Nazario Sauro al nostro ponte sul Brenta, impropriamente detto di Carpanè. Il Comune si veniva poi a trovare all'inizio del 1917 indebitato oltre ogni misura: i debiti contratti per cause di guerra e le mancate entrate per la monticazione della montagna e i tagli di legna avevano resa fallimentare la situazione di passività dell'amministrazione locale. Ma il peggio non era ancora venuto, perché nell'autunno 1917 veniva ad abbattersi su Valstagna una nuova bufera bellica ancora più disastrosa di quella dell'estate dell'anno precedente. La rotta di Caporetto (24 ottobre 1917) determinò il crollo di tutto il nostro fronte orientale, costringendo il nostro esercito a ritirarsi al Piave. La nostra popolazione si ritrovò improvvisamente in prima linea. Il generale Cadorna nel Bollettino di guerra invitava tutta la popolazione a «rendersi degni dei loro fratelli» che sul Novegno, sull'Altopiano di Asiago avevano detto al nemico: «di qui non si passa!». L'ordine di sgomberare il paese arrivò al mattino del 5 novembre 1917, ma l'ora della partenza ebbe luogo in condizioni di estremo disagio il giorno successivo dalla stazione di Carpanè.
Le colonne dei soldati in rotta, la fuga disordinata della popolazione civile, gli episodi di ammutinamento e le diserzioni, tutto contribuì ad aggravare il caos generale. Ma accanto a queste pagine tristi, altre gloriose furono scritte dagli alpini, i soldati che tutti conosciamo e apprezziamo e che svolsero un ruolo di grande importanza anche nel primo conflitto mondiale.
Il tenente degli alpini Marco Sasso, medaglia d'oro al valor militare, è la figura più emblematica dell'eroismo dei nostri soldati e alpini. Valstagna con la sua gente ne va orgogliosamente fiera. Sull'immane tragedia del primo conflitto mondiale una vasta letteratura rievoca il dramma corale vissuto da interi reparti di fanti e di alpini, che per lunghe stagioni, immersi nel fango delle trincee, hanno visto infrangersi i miti della gloria e dell'eroismo romantico, maturando l'aspirazione alla pace come condizione permanente dell'umanità.
I resti della farmacia nel centro di Valstagna |
Remarque, Hemingway, Dos Passos fino a Emilio Lussu autore di «Un anno sull'Altopiano», una delle migliori opere della nostra letteratura sulla Grande Guerra, sono alcuni tra gli scrittori più famosi che hanno lasciato alla storia alcune pagine che narrano non pochi ricordi della grande guerra legati alla nostra valle del Brenta ed al nostro paese. Dos Passos racconta il viaggio da Bassano a Valstagna e la salita lungo la Val Frenzela nella Val Vecchia, dove trovò dei soldati ...
Un posto di assistenza della A.R.C. (Croce Rossa Americana) funzionava alla confluenza della Val Frenzela con la Val Vecchia (probabilmente località Lebbo); sovrastanti erano gli Austriaci che bombardavano spesso.
Lavori difensivi in Val Frenzela |
Degna di nota è tutta l'opera storiografica di Gianni Pieropan. Da buon vicentino e da profondo conoscitore delle montagne vicentine ha dedicato intense pagine agli eventi bellici che ebbero come scenario il gruppo dell'Ortigara, il Pasubio, il Cimone e tutte le altre vette sulle quali infuriò per lunghi mesi la guerra. L'autore ha pubblicato «1916 Le montagne scottano», «Ortigara 1917» e proprio quest'anno in occasione del 70° anniversario della vittoria «1914-1918 Storia della grande guerra - Dalle Alpi all'Adriatico». Per la stesura di questa breve sintesi storica di quel periodo ci si è serviti prevalentemente dell'opera di Franco Signori «Valstagna e la destra del Brenta». indice
e la Grande Guerra 1915-18 |
Ten. Sasso Marco Medaglia d'Oro
n. 5.4.1896
Monte Grappa 11.12.1917
Ser. M. Lazzarotto Gio-Batta
n. 2.9.1891
Osp. Campo 17.5.1916
Serg. Cavalli Costantino
n. 15.2.1892
Ortigara 10.6.1917
Serg. Cavalli Pietro
n. 16.4.1890
Asiago 31.5.1916
Serg. Lazzarotto Federico
n. 27.7.1891
Valdobbiadene 28.10.1918
Serg. Mattana Giovanni
n. 6.10.1896
Monte Stol 25.10.1917
Serg. Zuliani Francesco
n. 26.2.1887
Carso 7.12.1915
Cap. M. Bertolini Narciso
n. 18.5.1888
Torino 16.5.1916
Cap. M. Cavalli Antonio
n. 29.1.1893
Monte San Marco 22.5.1917
Cap. M. Cavalli Giuseppe
n. 8.6.1893
Plet Zo 10.5.1916
Cap. M. Ceccon Antonio
n. 1.6.1879
Ospedale Militare 19.12.1918
Cap. M. Costa Deodato Medaglia di Bronzo
n. 29.8.1895
Alt. Asiago 24.7.1916
Cap. M. Lazzarotto Andrea Medaglia di Bronzo
n. 24.8.1890
Osp. Campo 13.9.1915
Cap. M. Lazzarotto Emilio fu Luigi
n. 20.6.1883
m. 30.8.1922
Cap. M. Lazzarotto Gio-Batta di Pasquale di
Paso
?
Cap. M. Pontarollo Vincenzo
n. 23.4.1885
Alt. Asiago 12.8.1916
Capor. Cavalli Vittorio
n. 4.4.1892
Sul Campo 14.6.1917
Capor. Ceccon Andrea di Andrea
n. 15.7.1892
Capor. Conte Guido
n. 12.9.1896
Osp. Militare 18.12.1918
Capor. Lazzarotto Achille
n. 3.8.1886
Valstagna 17.6.1917
Capor. Lazzarotto Bortolo
n. 16.1.1893
Valsugana 18.9.1917
Capor. Piva Ferdinando
n. 10.1.1895
Tolmino 3.12.1915
Capor. Smaniotto Bovo
n. 3.8.1893
Monte Rambon 17.5.1916
Capor. Cavalli Antonio di Antonio
Forte S. Andrea 16.4.1917
Reg. F. Ferrazzi Baldassare
n. 12.2.1880
Sul campo 2.6.1916
Vol. Pontarollo Bortolo
n. 9.11.1884
Sul campo 4.12.1915
Sold. Baù Michele
n. 29.4.1879
Crosara 28.5.1916
Sold. Baù Paolo
n. 21.7.1888
In prigionia 6.2.1918
Sold. Brotto Girolamo fu Giovanni
n. 7.10.1884
Sold. Cavalli Amedeo di Antonio
n. 3.4.1886
Vallarsa 13.7.1916
Sold. Cavalli Amedeo di Girolamo
n. 31.8.1885
Monte Solarolo 11.12.1917
Sold. Cavalli Angelo
n. 3.6.1886
Sul Carso 7.9.1917
Sold. Cavalli Antonio di Francesco
n. 27.9.1894
Prigionia 29.5.1918
Sold. Cavalli Antonio di Gaetano
n. 11.5.1892
Isonzo 10.8.1916
Sold. Cavalli Antonio di Giovanni
Sella S. Martino 21.10.1915
Sold. Cavalli Bernardo
n. 3.10.1888
Treviglio 28.8.1915
Sold. Cavalli Bortolo
n. 3.10.1884
Catania 16.4.1918
Sold. Cavalli Cristiano
n. 8.12.1890
Isonzo 10.4.1916
Sold. Cavalli Domenico
n. 24.6.1890
Prigionia 16.11.1917
Sold. Cavalli Ernesto
n. 2.2.1886
? 30.12.1920
Sold. Cavalli Felice
n. 10.11.1899
Ospedale campo 24.6.1918
Sold. Cavalli Gaetano
n. 22.8.1890
Sul campo 26.9.1916
Sold. Cavalli Gio-Batta
n. 28.4.1888
Tolmino 9.9.1915
Sold. Cavalli Giovanni
n. 30.9.1895
Pasubio 10.9.1916
Sold. Cavalli Gio-Maria
n. 2.9.1895
Bainsizza 29.8.1917
Sold. Cavalli Giuseppe di Antonio
n. 19.10.1886
Ospedale campo 7.10.1918
Sold. Cavalli Giuseppe di Giovanni
Sold. Cavalli Marco
Sold. Cavalli Pietro
n. 13.10.1895
Bassano del Grappa 10.1.1916
Sold. Ceccon Antonio
n. 1.6.1879
Osp. Campo 19.12.1918
Sold. Ceccon Marco
n. 22.6.1890
Carso 14.3.1916
Sold. Celi Gaetano
n. 24.8.1896
Asiago 16.6.1916
Sold. Cera Secondo
n. 15.10.1897
Ortigara 10.6.1917
Sold. Citton Fortunato
n. 22.10.1895
Prigionia 22.4.1918
Sold. Costa Andrea di Andrea
n. 5.11.1896
Ortigara 25.6.1917
Sold. Costa Andrea di Pietro
n. 2.7.1888
20.12.1923
Sold. Costa Antonio di Giacomo
n. 26.5.1897
14.12.1921
Sold. Costa Ferdinando
n. 22.9.1888
Cimone 23.9.1916
Sold. Costa Marco
n. 4.10.1894
Prigionia 11.4.1918
Sold. Costa Pietro
n. 1.11.1885
Pletzo 10.5.1916
Sold. Costa Rodolfo
n. 30.1.1894
Alt. Asiago 25.5.1915
Sold. Dalla Zuanna Francesco
n. 24.12.1896
Isonzo 5.9.1917
Sold. Dalla Zuanna Umberto
n. 20.9.1896
Val D'Assa 16.11.1917
Sold. D'Andrea Osvaldo
n. 16.1.1883
Alt. Asiago 19.7.1916
Sold. Ferrazzi Giovanni
n. 13.7.1888
Carso 21.10.1915
Sold. Frassoni Sigismondo
n. 21.10.1884
Monte S. Michele 22.11.1915
Sold. Gabardo Antonio di Giovanni
n. 16.10.1895
Osp. Campo 7.11.1916
Sold. Gabardo Antonio di Nicolò
n. 5.11.1896
Monte Ortigara 30.6.1916
Sold. Gabrielli Amedeo
n. 13.9.1886
Osp. Campo 10.7.1916
Sold. Gabrielli Antonio
n. 17.1.1877
Osp. Militare 30.11.1917
Sold. Gheno Antonio
n. 24.11.1887
Monte San Michele 10.10.1915
Sold. Gheno Costanzo
n. 8.12.1896
Alt. Asiago 27.6.1916
Sold. Gianese Giovanni
Sold. Graziato Pietro
n. 10.12.1890
Vallarsa 15.5.1916
Sold. Lazzarotto Antonio fu Bortolo
n. 1.5.1885
Sold. Lazzarotto Alessandro
n. 29.8.1898
Prigionia 13.3.1918
Sold. Lazzarotto Amedeo fu Marco
n. 14.6.1882 25.7.1921
Sold. Lazzarotto Andrea Medaglia di bronzo
n. 24.8.1890
Osp. Campo 13.9.1915
Sold. Lazzarotto Angelo
n. 21.8.1978
Osp. Campo 10.11.1917
Sold. Lazzarotto Antonio di Gaetano
n. 20.2.1888
Osp. Campo 8.2.1917
Sold. Lazzarotto Antonio di Pietro
n. 10.6.1887
Monte Grappa 26.11.1917
Sold. Lazzarotto Antonio di Pietro
n. 18.8.1897
Ospedale Campo 24.10.1917
Sold. Lazzarotto Basilio
n. 6.8.1886
Monte Pasubio 20.10.1916
Sold. Lazzarotto Costante
n. 18.8.1894
Prigionia 9.3.1918
Sold. Lazzarotto Ettore
n. 28.9.1898
Osp. Campo 20.10.1918
Sold. Lazzarotto Francesco
n. 17.10.1885
Sul Campo 13.7.1916
Sold. Lazzarotto Giovanni di Andrea
n. 10.11.1896
Valbrenta 29.1.1918
Sold. Lazzarotto Giovanni di Antonio
n. 30.4.1898 Prigionia 9.3.1918
Sold. Lazzarotto Giovanni di Giovanni
n. 22.11.1896
Prigionia 3.7.1918
Sold. Lazzarotto Giuseppe di Fermo
n. 25.12.1898 Piave 14.7.1918
Sold. Lazzarotto Giuseppe di Romualdo
n. 1.1.1885
Alt. Asiago 16.6.1916
Sold. Lazzarotto Marco
n. 20.1.1893
Osp. Campo 3.10.1915
Sold. Lazzarotto Napoleone fu Marco
n. 16.12.1883 1920
Sold. Lazzarotto Pietro
n. 9.11.1896
Alt. Asiago 16.6.1916
Sold. Lazzarotto Valentino
n. 3.9.1887
Prigionia 8.4.1918
Sold. Lazzarotto Vittore
n. 3.5.1883
Prigionia 8.3.1918
Sold. Marini Antonio
n. 1.12.1884
Sul Campo 14.7.1916
Sold. Mattana Giovanni
n. 24.8.1893
Piave 30.10.1917
Sold. Mattana Pietro
n. 17.8.1876
Verona 5.9.1916
Sold. Mocellin Antonio di Antonio
n. 10.6.1888
Prigionia 1.3.1918
Sold. Mocellin Antonio di Giovanni
n. 2.2.1889
Prigionia 18.3.1918
Sold. Molini Antonio
n. 10.3.1893
Carso 10.10.1916
Sold. Molini Giuseppe Medaglia d’argento
n. 11.3.1896
Campo 15.11.1917
Sold. Molini Marco di Paolo
n. 10.9.1890
Sold. Moro Umberto di Libero Vittorio
n. 25.12.1899 24.2.1921
Sold. Murer Amedeo di Giovanni
n. 1888
Palermo 31.8.1919
Sold. Nardino Giuseppe
n. 9.11.1894
Pasubio 16.5.1916
Sold. Negrello Amedeo
n. 31.1.1894
Isonzo 18.8.1916
Sold. Negrello Domenico
n. 4.2.1895
Osp. Militare 16.10.1915
Sold. Negrello Giovanni di Francesco
n. 11.5.1883
1.7.1921
Sold. Orlando Sebastiano
n. 9.7.1883
Isonzo 29.11.1916
Sold. Pelizzari Antonio
n. 30.7.1877
Monte Cauriol 3.11.1916
Sold. Perli Bernardo
n. 12.11.1893
Osp. Campo 30.7.1916
Sold. Perli Vincenzo fu Giuseppe
n. 24.7.1898
Sold. Pontarollo Antonio
n. 17.11.1887
Monte Grappa 13.12.1917
Sold. Pontarollo Egidio
n. 4.11.1890
Osp. Campo 6.11.1917
Sold. Pontarollo Giuseppe
n. 3.9.1895
Pletzo 6.3.1916
Sold. Pontarollo Pietro di Gaetano
n. 17.12.1887
Osp. Campo 13.8.1918
Sold. Pontarollo Pietro di Giovanni
n. 13.6.1896
Osp. Campo 30.7.1916
Sold. Pontarollo Pietro di Paolo
n. 13.11.1885
Monte Pasubio 9.10.1916
Sold. Pontarollo Tomaso
n. 29.1.1893
Monte Ortigara 10.6.1917
Sold. Pontarollo Don Vigilio
n. 28.11.1884
Vicenza 18.4.1917
Sold. Sasso Ferdinando
n. 1.9.1896
Monte Ortigara 16.6.1916
Sold. Sasso Giovanni
n. 25.5.1899
Osp. Campo 14.5.1919
Sold. Sebellin Girolamo
n. 17.2.1885
Piave 28.5.1918
Sold. Smaniotto Antonio
n. 16.4.1893
Isonzo 7.12.1915
Sold. Smaniotto Gaetano
n. 26.8.1891
Osp. Campo 31.8.1915
Sold. Smaniotto Sante
n. 31.10.1897
Prigionia 6.5.1918
Sold. Stefani Gaetano
n. 18.2.1883
Osp. Campo 11.11.1918
Sold. Zannoni Giacomo fu Andrea
n. 19.12.1887
20.3.1922
Sold. Zuliani Achille
n. 12.5.1884
Milano 16.7.1917
Sold. Zuliani Giovanni
n. 21.1.1894
Catania 28.8.1918
Sold. Ceccon Marco di Michele
n. 22.6.1890
Carso 14.3.1916
VITTIME
DI INCURSIONI AEREE
Serg. M.Ferrazzi Leonardo
n. 25.3.1882
Sold. Pontarollo Vincenzo
n. 23.4.1885
Alt. Asiago 12.8.1916
Civ. Fabris Angela fu Antonio
n. 1888
23.9.1916
Civ. Signori Marcello fu Amedeo
Civ. Smaniotto Mansueto di Giobatta
n. 4.6.1909
21.4.1916
Civ. Zannoni Dante di Vittore
n.23.4.1910
Sono passati tanti anni dalla « Grande guerra » e in paese vi sono state numerose persone che hanno combattuto o comunque vissuto quel tragico periodo.
Tra i combattenti i signori Cavalli Bortolo (1897) Ferrazzi Giovanni (1899) Pontarollo Pietro (1899) Zannoni Pietro Cesare 1896 ai quali va tutta la nostra viva riconoscenza.
Sono inoltre una cinquantina coloro che hanno prestato assistenza e che comunque sono stati costretti ad allontanarsi dalla zona in piena conflittualità.
Fra quest'ultimi abbiamo ricostruito alcuni salienti momenti del «profugato ».
« Il 5 novembre 1917, arrivò a Valstagna l'ordine di evacuazione.
La sig.ra Narcisa, che allora aveva 7 anni, racconta che il padre, in transito per Vittorio Veneto, saputa la notizia, di notte, senza permesso, venne a casa per salutare i suoi cari. Al mattino, alle quattro, li aiutò a partire, ritornando poi in servizio.
- Era buio, faceva freddo e c'era un po' di nebbia; il papà mi mise in mano il 'feraeto' ad olio e infilò nell'altro braccio un cestino pieno di indumenti per mio fratello che aveva un anno.
Mi fece stringere forte la mano alla fascia dei suoi pantaloni e mi raccomandò di non lasciarla mai.
Davanti a noi, mia madre teneva in braccio il bambino più piccolo e per mano mia sorella.
Giunti alla stazione di Carpanè salimmo su una tradotta ... *
« La sig.ra Lucia interviene e racconta che quel giorno, assieme alle sorelle e alle cugine, aveva ricevuto l'ordine di rimanere vicino alla nonna, allora novantenne. Sotto le gonne, l'anziana donna teneva nascosto un disertore; tutto andò liscio ed i soldati non si accorsero di nulla.
- Il viaggio iniziò senza che i profughi sapessero dove erano diretti.
L'interminabile fila di vagoni continuò ad andare avanti lenta e rumorosa, per giorni e giorni. I disagi materiali di questa povera gente, angosciata e piena di paura, erano indescrivibili; la fame ben presto cominciò a farsi sentire, il sovraffollamento rendeva tutto molto difficile e i pidocchi erano diventati un tormento continuo.
Dopo 8 giorni il treno si fermò a San Giovanni (Reggio Calabria).
Una giornata di pioggia bagnò le poche cose di questa
povera gente ormai esausta.
Il giorno dopo, in traghetto, tutti giunsero a Messina ...
Al racconto della signora Lucia si unisce quello della signora Maria.
- Mio padre, che era con noi, mi mostrava i danni ancora evidenti del terremoto avvenuto nel 1908 ed io ricordo anche di avere visto sul mare anche un sottomarino e una nave da guerra.
Prosegue il racconto la sig.ra Lucia.
San Marino e Costa alla fine del conflitto |
- A questo punto gli sfollati furono divisi. Gli anziani ed i malati proseguirono il viaggio con vetture della Croce Rossa Italiana; gli altri, continuarono l'esodo verso le località destinate alla raccolta con il treno o con camion.
Le destinazioni non furono più le stesse e per moltissimo tempo tante persone fecero pubblicare gli indirizzi delle nuove residenze sui giornali locali, nella speranza di poter ritrovare ai propri cari e riunirsi a loro.
Molti di Valstagna proseguirono per Caltagirone.
Rimestando nei ricordi, continua nella narrazione la sig.ra Lucia.
Valstagna, ponte Rialto |
I signori della zona, per aiutare i profughi, cercarono dar loro un lavoro, cosi, mentre gli adulti erano impegnati nelle varie attività i bambini potevano frequentare la scuola. Qui, vissi personalmente una brutta esperienza. Le compagne siciliane mi accolsero a scuola dicendo che ero una austriaca che veniva a mangiare il loro pane. Da quel giorno, avevo sette anni e mezzo, decisi di andare a lavorare. Mi fu affidato l'incarico di aiutare a calzare e togliere gli stivali ai sette signori di casa e svolgere altre piccole mansioni domestiche.
In questo periodo, frequentando le funzioni religiose conobbi la sorella di don Sturzo ed ebbi anche l'occasione di vedere e parlare con questo personaggio che già allora era importante.
In seguito mi trasferii con la famiglia a Benevento e lì, lavoravo la terra con i genitori.
Per difenderci dalla malaria, il babbo faceva bere ai componenti la famiglia, tutte le mattine, un po' di anice;
'Bevete - diceva - cosi vi disinfetta. Qui, dormivamo nell'ospizio dei mendicanti ...
Il rientro a Valstagna, dopo l'armistizio, fu più che mai triste.
Nessuna casa aveva resistito ai bombardamenti. Era difficilissimo procurarsi il cibo e bisognava lavorare sodo per ripulire e ricostruire.
Ben presto però la vita operosa riprese. Anche le donne lavorarono duramente ...
A conclusione del suo racconto la sig.ra Lucia aggiunge:
- Al rientro a casa, un po' più cresciuta, con più coraggio e molto maturata dalle esperienze vissute, con altre compagne svolgemmo un compito di grande umanità, quello di cercare i morti rimasti insepolti nei campi, segnalarli alle incaricate che provvedevano poi prelevarli con carri per dar loro adeguata sepoltura.
Da queste pur brevi testimonianze, (Narcisa Lazzarotto, Lucia Ferraro, Maria Lazzarotto) da loro vissute in tenera età, ci si può rendere chiaramente conto guanti disagi, stenti e sofferenze abbiano subito gli abitanti della nostra Terra. indice
CALTAGIRONE (CT)
VIZZINI(CT)
S. GREGORIO DI CATANIA (CT)
MESSINA
CESARÒ (ME)
NICOTERA (CZ)
PAOLISI (BN)
AIROLA (BN)
S. BARTOLOMEO IN GALDO (BN)
POMIGLIANO D'ARCO (NA)
FERRARA
CERVIA (RA)
LUGO DI ROMAGNA (RA)
COTIGNOLA (RA)
FUSIGNANO (RA)
ALFONSINE (RA)
MASSA LOMBARDA (RA)
SCANDIANO (RE)
MONTICHIARI (BS)
BRESCIA
SALUGGIA (VC)
CAVALLERMAGGIORE (CN)
IVREA (TO)
PINEROLO (TO)
S. BENEDETTO DEL TRONTO
PATERNO (CT)
Valstagna, via Roma |
Edito a cura dell’Amministrazione Comunale in collaborazione con la Biblioteca di Valstagna Le foto sono del prof. G. Cecchin e Archivi Comunali
integrazione foto, riviste in qualità ed impaginate da Valerio Costa |