Comunità montana e le amministrazioni di San Nazario e Valstagna contrarie alla costruzione dell’ennesima centrale idroelettrica sul Brenta, dopo il ricorso la decisione finale arriverà dal tribunale delle acque pubbliche

di Gianni Celi

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No, alla sesta diciamo “no”

Il sì della Regione alla costruzione di una nuova centrale idroelettrica lungo il fiume Brenta, ha sollevato un oceano di proteste e di prese di posizione, con tanto di ricorso alla magistratura da parte dei Comuni di Valstagna e San Nazario, nonché della Comunità montana del Brenta. Ma vediamo di spiegare di che si tratta. Il 26 luglio dello scorso anno, nel Bur (bollettino ufficiale regionale) della Regione Veneto appare un decreto del responsabile del Genio civile di Vicenza con il quale si concede, per 24 anni, alla ditta Claudio Crestani, di Bassano, «il diritto di derivare dalla sponda sinistra del fiume Brenta, in località Pian dei Zocchi, in Comune di San Nazario, moduli medi 140 e massimi 160 d’acqua ad uso forza motrice, per produrre, sul salto di mt. 4,20, la potenza nominale media di 576,47 Kw e massima di 658,80 Kw, mediante centralina di produzione da ubicarsi in località Pian dei Zocchi del Comune di San Nazario».

No, alla sesta diciamo “no” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Contro questa delibera si attivano le pubbliche amministrazioni ed i privati i quali danno vita ad un “Comitato di tutela del fiume Brenta”.

Comunità montana e i due Comuni interessati presentano ricorso contro tale decisione al Tribunale superiore delle acque pubbliche di Roma presentando, tramite gli avvocati Enrico Gaz e Stefano Gattamelata, una circostanziata documentazione volta a spiegare i motivi del ricorso.

«I luoghi, oggetto della causa – spiegano i legali - si trovano in un territorio di incomparabile bellezza naturalistica e di altissimo pregio ambientale, tanto da essere incuneato tra due plaghe (l’Altopiano di Asiago e il Massiccio del Grappa) la cui valenza è riconosciuta di rilevanza comunitaria. Esso comprende la parte mediana della vallata percorsa dal fiume Brenta, denominata,non a caso, Canal di Brenta, coincidente con la competenza della Comunità Montana del Brenta e di interesse dei territori degli altri due Comuni ricorrenti (S. Nazario e Valstagna)».

«Nei secoli il fiume ha sempre rappresentato una componente fondamentale delle tradizionali attività locali,a partire dalla fluitazione del legname – aggiungono i legali - mentre, nel più recente periodo, il corpo idrico è divenuto il fulcro di una innovativa impostazione dello sviluppo sociale ed economico della zona. Grazie agli sforzi messi in atto al riguardo, l’area fluviale in questione rappresenta oramai una consolidata attrattiva turistico-sportiva non solo per la pesca, ma anche per la navigazione di canoe e kayak. Nel corso degli anni, la rinomanza del sito si è estesa al punto che vi si svolgono gli allenamenti e i raduni dei professionisti del settore e, persino, i campionati nazionali di canoa discesa. Non per nulla, nell’interesse delle comunità locali, le Amministrazioni ricorrenti hanno profuso, anche congiuntamente, cospicui investimenti al fine di stabilizzare uno sviluppo eco-compatibile della zona, nell’intento di superare le difficoltà della locale economia montana, valorizzando al meglio il singolare pregio dei luoghi e la spiccata idoneità degli stessi per l’attività sportiva. Questo lungo e,sin qui, fruttuoso impegno è destinato, tuttavia, ad essere vanificato o, quantomeno, depotenziato in maniera decisiva, a causa della concessione di derivazione a fini idroelettrici recentemente rilasciata dall’Ufficio Regionale del Genio Civile di Vicenza».

Il ricorso entra quindi nel merito della portata d’acqua del fiume con argomentazioni di carattere tecnico e spiega poi che il Pati (piano di assetto territoriale intercomunale), approvato nel luglio del 2009, stabilisce che “lungo il corso del fiume Brenta, sono vietati interventi che possano compromettere le situazioni di pregio naturalistico-ambientali presenti, nonché le opere di ingegneria idraulica di valore storico-testimoniale. In particolare è fatto divieto di costruzione di nuovi impianti o di recupero di impianti esistenti relativi alla captazione e diversione dall’alveo naturale delle acque a scopo idroelettrico, qualora destinati alla medesima funzione”.

I legali smontano inoltre il passo del decreto nel quale si precisa che «l’estensione del tratto di fiume sotteso dalla Ditta Crestani Claudio non comprende nessun centro abitato» e che la derivazione «non interferisce con lo svolgimento delle attività sportive sul fiume, in quanto gli attracchi sono a valle dello scarico della centrale idroelettrica e in occasione delle manifestazioni tradizionali è previsto il rilascio totale della portata, senza alcun onere a carico dei comuni interessati» asserendo che «a dispetto di quanto riportato dal decreto di concessione, a proposito della collocazione degli attracchi a valle dello scarico della centralina Crestani, un importante punto d’imbarco per la navigazione sportiva si trova in località San Gaetano, a monte dell’opera di presa ove varie associazioni sportive dedicano la propria attività alla canoa fluviale (slalom e discesa), al rafting, all’hidrospeed, alla navigazione in battello ed al river trekking».

No, alla sesta diciamo “no” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«È evidente, dunque, che la diminuzione del volume idrico a disposizione – replicano i legali delle pubbliche Amministrazioni - impedirà di svolgere le suddette attività nel tratto di fiume interessato dalla derivazione. In corrispondenza del tratto in questione, poi, si trova l’area del ponte Subiolo e del relativo laghetto, per la cui valorizzazione l’Amministrazione comunale di Valstagna sta impegnando molteplici risorse:la scarsità d’acqua nel fiume causata dalla concessione, proprio nel tratto prospiciente il parcheggio dei turisti, è destinata a pregiudicare la qualità ambientale della zona penalizzandone l’attrattività».

«Preme ricordare, in tal senso, che nel tratto del fiume Brenta che sarà inciso dalla derivazione Crestani – aggiunge la difesa - si è da anni consolidata l’attività, oltre che delle associazioni sportive, della Federazione Italiana Rafting e della Federazione Italiana Canoa Kayak. Per tale ragione, il Comune di Valstagna ha promosso e realizzato, con la Comunità Montana del Brenta e l’associazione sportiva Canoa Kayak Valstagna, una serie di interventi finalizzati al perfezionamento del campo di gara di canoa slalom, con realizzazione di attracchi lungo la tratta in questione per la spesa complessiva di 300 milioni di lire».

«Ad esso va aggiunto l’impegno di ulteriori risorse per la valorizzazione a scopo turistico-ricreativo di sedimi prossimi al fiume – concludono gli avvocati scelti dalla Comunità montana e dai due Comuni - ivi compresa l’area del laghetto del Subiolo. Occorre evidenziare, infine, che la tratta in questione è impiegata anche dal Corpo dei Vigili del fuoco di Vicenza e dalla Squadra della Protezione civile di Valstagna per le esercitazioni di soccorso fluviale, per cui si rende ancor più necessario evitare compromissioni ad attività di siffatta valenza nelle more della definizione della controversia. Il tutto in un quadro di rara fragilità e delicatezza dal punto di vista naturalistico”.

Dal canto suo il Comitato contro la centrale, formato da Scuola Canoa Valstagna, Ivan Team, Canoa Club Valstagna, Associazione Pescatori, e da tutti gli atleti azzurri di Valstagna,ha raccolto firme e consensi da ogni dove spiegando così la propria presa di posizione: «Il corso del fiume Brenta, nel tratto montano del Vicentino, è stato da sempre oggetto di enorme sfruttamento idroelettrico (attualmente sono già cinque le centrali attive su questo tratto) con ingenti danni ambientali e paesaggistici».

«Solo nel tratto in cui dovrebbe sorgere la nuova centrale – aggiunge il Comitato - il fiume Brenta viveperché ha una portata costante tutto l'anno; inoltre vivono e si riproducono salmonidi come la trota marmorata ed altre specie animali protette. Qui poi è possibile esercitare la pesca sportiva e sport fluvialidi ogni tipo (rafting, canoa, kayak, hydrospeed, river-trekking, river-snorkeling e molti altri). Molti percorsi lungo le sponde sono stati recuperati e valorizzati come itinerari ciclopedonali ed escursionistici molto frequentati; inoltre giungono ogni anno sempre più turisti da ogni parte d'Italia e dall'estero, con benefici per l'occupazione, gli esercizi commerciali e le strutture ricettive e di ristorazione dei paesi che si allungano lungo le rive del fiume. Va detto anche che arrivano ogni anno decine di migliaia di studenti provenienti dalle scuole di tutta Italia per visite didattiche e lezioni di educazione ambientale e che qui vivono, si allenano e gareggiano campioni di canoa di livello nazionale ed internazionale (due medaglie olimpiche, cinque Campionati del mondo, sette Coppe del mondo, un Campione mondiale junior, solo per citare i più rilevanti)».

«Tutto ciò - concludono i promotori dell’iniziativa - crea uno sviluppo economico e turistico eco-compatibile, permettendo la valorizzazione di questa splendida valle, altrimenti nota solo per la triste Statale 47 che la percorre. La centrale non porta nessun beneficio tale da giustificare questo danno irreparabile».

Una prima udienza, su richiesta dei legali degli amministratori valligiani, s’è tenuta il 18 aprile scorso; il 23 maggio ve ne sarà un’altra, dopo di che sarà emessa la sentenza o di sospensione dell’opera, come si auspicano sindaci dei due Comuni e presidente della Comunità montana, nonché il Comitato, o di avvio della stessa.

 La Domenica di vicenza nr. 19 anno XVII del 19 maggio 2012