Gazzettino21-7-2011
VALBRENTA La Valle in fermento per la concessione di una derivazione d’acqua a Pian dei Zocchi
Spunta una nuova centrale idroelettrica
La pratica, del ’95, è della ditta Crestani. Il canale interferirebbe con l’unico tratto navigabile

Giovedì 21 Luglio 2011, il Gazzettino

Una nuova derivazione d'acqua sul Brenta. La notizia è piombata in Valle come un fulmine a ciel sereno, destando grande scalpore. Il Genio Civile di Vicenza, con decreto n. 278, del 13 giugno scorso, pervenuto agli enti interessati solo da qualche giorno, autorizza la ditta Claudio Crestani, di Bassano, alla realizzazione di una nuova derivazione d'acqua da 14 a 16 mc/sec. ad uso idroelettrico sul Brenta, per la produzione, con un salto di 4,2 metri, dai 576,47 a 658,80 Kw, che pescherebbe l'acqua in località Pian dei Zocchi, per scaricarla, dopo circa 480 metri, all'altezza di Ponte Subiolo. La domanda per ottenere la concessione era stata inoltrata nel 1995 e l'anno seguente ne era stata presentata un'altra, dalla Società Impianti Idroelettrici per una derivazione molto più grande, che aveva messo in movimento per anni enti pubblici, associazioni sportive, pescatori ed ambientalisti.
Il primo allarme risale al 1987, quando la pro loco di Valstagna raccolse oltre 400 firme per una petizione popolare «contro la costruzione di eventuali centrali idroelettriche lungo il Brenta». «Giù le mani dall'acqua del Brenta», era stato il monito anche del comitato «Tutela Fiume Brenta», costituitosi anni fa, quando la vicenda era tornata a galla con prospettive poco rosee per il fiume, una delle poche risorse della Valle, anche in veste delle numerose attività sorte negli ultimi tempi, legate al business fluviale. L'ipotizzata realizzazione di un nuovo sbarramento sul fiume, nell'unico tratto ancora navigabile tra San Gaetano, a nord di Valstagna, dirimpetto a località Pian dei Zocchi, e Campolongo, aveva provocato la reazione di politici, imprenditori e associazioni sportive. Oltre ai comuni, anche il consiglio di Palazzo Guarnieri, nel dicembre 1998, aveva presentato al Magistrato alle Acque «opposizione all'accoglimento delle richieste di concessione ed alla realizzazione dei progetti presentati dalle ditte Società Impianti Idroelettrici spa e Claudio Crestani, per la derivazione di acqua dal fiume Brenta a scopo idroelettrico, ribadendo il voto contrario perchè si tratta «di una parte del fiume in posizione estremamente delicata per tutto l'ambiente che lo circonda». 
Grande inoltre la preoccupazione per le migliaia di pescatori sportivi, che paventavano il vanificarsi degli sforzi fatti in tanti anni dall'associazione per la conservazione delle specie ittiche del Brenta, in particolare per la trota marmorata in via di estinzione, che ha il suo habitat naturale, favorevole alla riproduzione, proprio nelle acque del Brenta. Senza contare le numerose attività sportive fluviali, sorte in loco creando un sviluppo turistico ecocompatibile, che ha consentito la riscoperta delle numerose bellezze naturali, storiche ed artistiche della Valle del Brenta.
Poi, con un decreto del Genio Civile di Vicenza, pubblicato a gennaio del 2006, era stata respinta l'istanza della Società Impianti Idroelettrici per la grande derivazione d'acqua ed era rimasta in sospeso la richiesta per la derivazione minore, sino all'epilogo di pochi giorni fa, con la concessione, fatti salvi i diritti di terzi, alla ditta Crestani per 24 anni: la realizzazione è stata dichiarata di pubblica utilità. Il decreto sarà pubblicato sul Bollettino della Regione Veneto e dalla pubblicazione è prevista, entro 60 giorni, la facoltà di ricorso al Tribunale delle Acque Territoriali.

Gazzettino21-7-2011b
LE REAZIONI
Associazioni
e enti locali:
«Subito
il ricorso»

Giovedì 21 Luglio 2011, il Gazzettino
VALBRENTA - (R.L.) Tutta la Valbrenta è in subbuglio. La notizia di una possibile nuova derivazione d'acqua, nell'unico tratto ancora navigabile del fiume, ha fatto rumore e sollevato indignazione. Il Brenta in questi giorni è particolarmente vivo di suoni e colori, con centinaia di pescatori lungo le rive, decine di gommoni variopinti zeppi di ragazzi che praticano il rafting, seguiti dalle innumerevoli canoe che stanno provando il percorso di gara in vista dei prossimi campionati italiani di slalom. 
«È un altro schiaffo alla nostra storia, al nostro territorio, alla dignità dei cittadini valligiani - ha tuonato Ivan Pontarollo, precursore degli sport fluviali nel Veneto -. Abbiamo già preso contatto con amministratori e la Federazione italiana canoa e rafting e stiamo preparando il ricorso per opporci alla nuova derivazione». «Il corso del Brenta all'interno del nostro territorio, o più a valle, nel dopoguerra, è stato oggetto di numerosi e importanti derivazioni d'acqua, funzionali al crescente bisogno di energia elettrica conseguente al boom industriale di quegli anni - spiega Angelo Moro, presidente dell'Unione comuni Medio Canal di Brenta e sindaco di Valstagna -. La situazione ora è radicalmente mutata, grazie all'aumentata sensibilità paesaggistica e ambientale della popolazione e delle amministrazioni locali, insieme al fiorire di numerose attività economiche legate al fiume Brenta per finalità sportive e turistiche». 
Il sindaco e il collega di San Nazario Gianni Ceccon, evidenziano un ulteriore aspetto, già manifestato in passato con la contrarietà espressa dai comuni alla realizzazione di nuove derivazioni: «La normativa del Pati, stipulato tra i sei comuni e in copianificazione con la Provincia e la Regione, prescrive il divieto di costruzione di nuovi impianti o di recupero di impianti esistenti, relativi alla captazione e diversione dell'alveo naturale delle acque a scopo idroelettrico». Motivazioni che prenderanno forma nel ricorso già annunciato appena verrà pubblicato il decreto di concessione della nuova derivazione d'acqua.