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ITALIABILITY 12 September 2012

 

Comunità montane, il ritorno dei morti viventi

In quanto a capacità creativa di carrozzoni inutili, il Veneto non è secondo a nessuno. Mercoledì 19 settembre il Consiglio regionale discuterà il progetto di legge n. 289 “Norme in materia di Unioni montane”. Come recita il titolo, il provvedimento istituisce le Unioni montane, ovvero l’unione dell’insieme dei “comuni costituita in territorio montano”. Presentato da consiglieri del Pd, della Lega e del Pdl, il progetto di fatto riesuma le moribonde Comunità montane.

Singolare la velocità produttiva dei consiglieri, posto che le Comunità montane andranno a esaurimento il 31 dicembre 2012 in base alla legge 18, approvata poco più di 4 mesi fa dallo stesso consiglio regionale. Le nuove Unioni montane avranno le medesime funzioni delle vecchie Comunità montane, faranno riferimento all’identico ambito territoriale previsto per le Comunità (individuato dall'articolo 2 della legge regionale 19/1992) e, soprattutto, manterranno gli stessi organi: consiglio, presidente, giunta e revisori.

L’artifizio linguistico utilizzato dal legislatore rappresenta non solo un interessante esperimento di salvataggio di enti inutili; è anche lo strumento per istituire il Consiglio delle autonomie montane. Previsto all’articolo 6 del progetto di legge 289, il Consiglio è “l’organo permanente di monitoraggio sullo stato di attuazione degli interventi, della programmazione e della legislazione regionale in materia di aree montane”.

Ma almeno sarà snello, direte voi? Ecco qua: il “Consiglio è composto dal presidente della giunta regionale o da un assessore a lui delegato, dai presidenti delle Unioni montane (le attuali Cm in Veneto sono 19), dai presidenti delle Province il cui territorio comprende comuni montani (4), dai presidenti dei consorzi dei bacini imbriferi montani (sono 15) e dai presidenti delle Camere di Commercio il cui territorio comprenda comuni montani (4). Il totale risultante, 43 cristiani, non è poi così sobrio come i tempi suggerirebbero.

In conclusione: le Comunità montane in Veneto si chiameranno Unioni montane, manterranno funzioni, apparati, posticini di potere e ne creeranno di nuovi. Il risultato in termini di semplificazione burocratica è pari a zero, quello in termini di posti occupati + 43. C'è un modo peggiore per utilizzare il denaro dei contribuenti? Probabilmente no, ma la gara rimane sempre aperta.

                                                                                                                Signor Rossi