LA STORIA. Dalle proposte avanzate dall'Anas a quelle dei privati. Un asse strategico da sempre incompiuto 
Studi, progetti e promesse Da decenni, la Vallata attende una soluzione definitiva ai problemi della "Valsugana"

Giornale di vicenza 18/11/2010
 
Zoom Foto
Alcune immagini della zona interessata dal movimento franoso, fra Cismon e Primolano, in uno dei tratti più stretti e tortuosi della Vallata del Brenta, già al centro in passato di altri episodi del genere

 

Decenni di chiacchiere, di promesse, di studi e di progetti rimasti sempre e soltanto sulla carta. Decenni persi sulle spalle dei cittadini, non solo degli abitanti della Vallata che pagano in termini di qualità della vita, ma anche di tutti i veneti, e non solo loro, costretti a muoversi su una statale antiquata e inadeguata, oltre che assai pericolosa. Mezzo secolo buttato al vento mentre le aziende del Bassanese e del Veneto pagano per una rete viaria che brucia le loro chance di sviluppo. È la storia, infinita, della statale dellaValsugana, ritenuta universalmente asse strategico fra la pianura veneta e il Nord Europa anche se poi rimane invariabilmente un'eterna incompiuta con il suo "tappo" a Carpanè. Per restare agli anni a noi vicini, l'ultima finanziaria del governo Prodi inserì il completamento della Valsugana tra gli interventi strategici della cosiddetta Legge obiettivo. Nel gennaio del 2008, l'allora ministro Di Pietro e i vertici dell'Anas, giunsero in Valbrenta per illustrare quelli che dovevano essere gli ultimi dettagli di un progetto in dirittura d'arrivo. Il progetto dell'Anas, come venne illustrato nel corso del vertice a palazzo Guarneri, prevedeva la realizzazione in un primo momento, per ragioni di costi, di una sola galleria a due corsie di marcia fra Pian dei Zocchi e l'imbocco della Vallata, in attesa di poter realizzare la seconda "canna" in tempi migliori. Un'opera da oltre 400 milioni di euro. Caduto il governo Prodi, cadde nel nulla pure tutto il lavoro fatto di intese fra Stato, Regione, Province ed enti locali, di studi di fattibilità e di progettazioni pagati con denaro pubblico. Seguirono le lettere di Comunità montana e sindaci della Vallata al ministro dei trasporti del governo Berlusconi, Altero Matteoli per sollecitare il nuovo esecutivo affinchè mettesse in agenda il "nodo" Valsugana.
Nel novembre di due anni fa il Consiglio di amministrazione dell'Anas approvò il progetto preliminare della Variante con un impegno di spesa di circa 600 milioni di euro. Anche in questo caso nulla di fatto: il pubblico cedette il passo ai privati, ritenuti i soli in grado di realizzare un'opera di questa portata.
La partita si riaprì infatti nel luglio 2009 con la proposta del team d'imprese Pizzarotti, Mantovani, Cis (Compagnia investimenti e sviluppo) che presentarono in Regione una proposta di project financing per la "nuova" Valsugana con un'inedita soluzione con attraversamenti sul Brenta e sbocco sulla destra del fiume.
In realtà un intervento respinto a furor di popolo perchè ritenuto devastante per il territorio bassanese. E siamo nel 2010.
Ora le proposte all'esame della Regione sono addirittura cinque e tutte prevedono tracciati in sinistra Brenta con innesti sulla futura Pedemontana veneta. Comunità montana e Comuni attendono nella speranza che anche in questo caso non si tratti dell'ennesima, ultima promessa.

 

Carlo Barbieri