GRANDI OPERE. Spunta l'ipotesi di spostare l'uscita più a nord  La galleria potrebbe iniziare alla curva della Lupa Ferazzoli: «Il problema va affrontato nell'insieme» E Solagna fa blocco contro il grande viadotto

di Lorenzo Parolin Giornale di Vicenza 16/09/2011

 

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Non accenna a placarsi la polemica sulla nuova Valsugana. A gettare benzina sul fuoco è arrivata dal sito del Comune di Valstagna la notizia che il futuro nastro d'asfalto, già portato verso sud fino a Castelfranco, potrebbe essere allungato anche a nord, da Pian dei Zocchi fino alla curva della Lupa, in Comune di Cismon. Una novità che contribuisce a riscaldare ancor più gli animi.

«Ho già espresso la mia contrarietà a questo progetto – ha dichiarato ieri il sindaco di Cismon Luca Ferazzoli - che rischia di causare danni irreversibili a un sistema fragile come la Valbrenta. In relazione alle novità emerse dal sito internet di Valstagna, preferisco però attendere il confronto con il collega Angelo Moro prima di esprimere un parere».
Secondo il primo cittadino di Cismon, la questione sollevata dalla Nuova Valsugana riguarda l'intera valle e non singoli settori.
«Indipendentemente dal punto di uscita della galleria – prosegue Ferazzoli – le criticità aperte dalla nuova superstrada a pagamento sono tali e tante da richiedere un'azione congiunta di tutte le Amministrazioni».
L'elenco dei problemi appare subito nutrito.
«Innanzitutto – dichiara ancora Ferazzoli – c'è la questione delle polveri sottili che d'inverno, con l'attuale passaggio di 12 mila veicoli al giorno, superano costantemente il livello di guardia. Se, come ci si attende, il numero di auto dovesse quadruplicare, di quanto si abbasserebbe la qualità di vita in valle?».
L'uscita della superstrada, a Pian dei Zocchi o più a nord, aprirebbe poi il problema del collegamento con la viabilità trentina.
«All'appello – spiega il sindaco di Cismon – mancherebbero ancora 15 chilometri di strada, oggi pericolosa e non in grado di sopportare decine di migliaia di veicoli ogni giorno».
C'è infine sul piatto la questione del rilancio turistico della vallata, con il rischio che 50 mila auto al giorno cancellino i 90 mila ciclisti che nell'ultimo anno hanno garantito un volano ecocompatibile all'economia della zona.
Sulla stessa linea di Cismon sono le considerazioni che arrivano da Solagna, all'altro capo della vallata, con il vicesindaco Roberto Ferracin che osserva al computer le simulazioni dei futuri viadotti.

«Galleria, strada sospesa o galleria artificiale – dichiara - Ancora non si sa che forma prenderà la Nuova Valsugana entro i nostri confini. Indicativamente, il nastro d'asfalto dovrebbe passare a un'altitudine di 240-250 metri (un centinaio sopra il paese) in località Nogarole».
La stessa, come spiega il vicesindaco, nella quale è stato individuato l'epicentro del terremoto che a inizio estate ha fatto tremare il Bassanese.
«Lì – dichiara Ferracin – la montagna è tutta buchi e caverne. Non so proprio come potrebbe passare una vera e propria autostrada. In più, Solagna si trova in una conca, nella quale d'inverno la nebbia tende ad insaccarsi. Che cosa potrebbe succedere con i gas di scarico?».