Ogni famiglia di questo paese e della Valle del Brenta ha una « sua » vicenda, caratterizzata da sacrifici, da stenti, spesso da lutti. E la memoria storica di queste vicende ha la sua origine negli avvenimenti di quel travagliato periodo, 1915 -1918, che ha segnato profondamente tutta la successiva evoluzione sociale e morale della popolazione valligiana (Valstagna e la Grande Guerra)
In breve tutte le nostre case furono occupate dai soldati in marcia verso l'Altopiano o in sosta per eseguire con i civili importanti opere di collegamento e di sostegno alle prime linee: basti pensare alla strada che conduce a Foza, e agli enormi serbatoi d'acqua ad Oliero ed in Val Frenzela.
Nell'autunno del 1917, tutta la popolazione dovette abbandonare il paese ed avviarsi verso una destinazione ignota; chi venne condotto in Romagna, chi in Campania, chi in Puglia, chi addirittura in Sicilia.
A conclusione del conflitto i profughi ritornarono al paese senza più nulla e Valstagna dava ormai l'impressione di un borgo abbandonato e distrutto. I nostri concittadini caduti furono oltre centotrenta.
Quelli che tornarono, invalidi, orfani e vedove, ripresero lentamente la ricostruzione. Ma erano in tanti, e i boschi distrutti o le malghe dissestate non potevano assicurare un minimo di sostentamento. Incominciò allora una massiccia emigrazione. Che, prima vistosa, poi meno intensa, interessò Valstagna fino agli anni Sessanta.
I luoghi del profugato
CALTAGIRONE (CT)
VIZZINI(CT)
S. GREGORIO DI CATANIA (CT)
MESSINA
CESARÒ (ME)
NICOTERA (CZ)
PAOLISI (BN)
AIROLA (BN)
S. BARTOLOMEO IN GALDO (BN)
POMIGLIANO D'ARCO (NA)
FERRARA
CERVIA (RA)
LUGO DI ROMAGNA (RA)
COTIGNOLA (RA)
FUSIGNANO (RA)
ALFONSINE (RA)
MASSA LOMBARDA (RA)
SCANDIANO (RE)
MONTICHIARI (BS)
BRESCIA
SALUGGIA (VC)
CAVALLERMAGGIORE (CN)
IVREA (TO)
PINEROLO (TO)
S. BENEDETTO DEL TRONTO
PATERNO (CT)