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Sottosezione “Canal di Brenta”

Valstagna

 

 

 

La “Calà del Sasso”

E’ un itinerario certamente unico nelle Tre Venezie, storicamente legato alle vicende, faticate e stente, delle piccole comunità montane e valligiane.

Nel 1300 gli scambi commerciali erano ancora difficoltosi: la pianura aveva fame di legname che lungo il Brenta fluitava fino a Bassano, Padova e Venezia; l’Altopiano di sabbia, sale e farina. Per  Valstagna il taglio e la discesa dei tronchi a valle (“menada”) erano l’unica fonte di reddito, tanto che, qualche secolo più tardi, un poeta, Carlo Dottori, ci ironizzava ancora sopra: “Valstagna, che produce orni, elci e faggi / a cui simili sono gli abitatori”. Quando gli abitanti di Gallio preclusero ad altri il passaggio del legname per la Val Frenzela, gli asiaghesi reagirono immediatamente. La Val del Sasso costituiva la via più rapida per scendere al Canale di Brenta e si misero al lavoro.

Era l’anno 1388. Da un lavoro orbo ne uscì fuori una lunghissima scalinata, scavata nella roccia, che dai 950 m di Sasso calava ad incontrare la Val Frenzela alla località detta “Fonte Bèssele” (“Le Fontanelle”).

Questo nuovo tracciato constava, dunque, di ben 4444 gradini in pietra, fiancheggiati da una canaletta selciata concava, più o meno larga specie sulle rampe di curva, per agevolare la “menada” dei tronchi. Il capolavoro della civiltà rustica alpigiana.

La fantasia popolare corse a briglie sciolte nel denominare questa strana via: “Bretella dell’Altopiano”, “Scala del Diavolo”, “Via dei Tre Rosari” (per il tempo che si impiegava a percorrerla), “Via del Contrabbando” o addirittura “Strada per Venezia”. Ma giustamente è prevalso il primo nome storico: Calà del Sasso. Non impressioni il numero di gradini, che sono di modica levata, molto ravvicinati e levigati dal passaggio secolare. L’ambiente è quello chiuso e tortuoso delle convalli prealpine. La brevità del percorso, la modesta altitudine e la comodità di accesso lo rendono agibile tutto l’anno, con un minimo di attenzione d’inverno nei tratti scivolosi per il ghiaccio.

Passeggiata di eccezionale preminenza storica e fondamentale per la conoscenza dei luoghi.

Tempi di percorrenza: salita ore 2,00

Dislivello: 710 m.

Periodo suggerito: primavera, autunno, inverno.

Percorso di salita – sentiero CAI 778 da Valstagna alla frazione Sasso di Asiago

Da Valstagna centro si prosegue in auto per km 1,5 fino al 2° tornante della provinciale per Foza dove si può parcheggiare (q 221).

Qui parte la strada forestale che segue il fondovalle della Val Frenzela. L’ambiente si fa subito aspro e selvaggio, caratterizzato da ripidi scoscendimenti. Dopo poco più di 1 km si arriva ad uno spiazzo dove è installato un “gazebo” in legno (località Fonte Bessele q 250). Qui sulla sinistra ha inizio la “Calà del Sasso” (sulla dx si approfonda l’orrido della Val Frenzela) che risale la costa della valle con ampia serpentina, poi ci si addentra in improvvise strozzature larghe pochi metri. Un silenzio incoerente, a così breve distanza dal centro abitato, sembra riportare il visitatore indietro nel tempo. Ai lati, in un covolo o sotto uno strapiombo, “poste” o capitelli con immagini di fede popolari e disadorne. Al capitello di S. Antonio si è a metà percorso, ore 1,00. Più sopra avare sorgenti, sbavature di muschio, ricoveri militari e l’incombere scenografico di una “gusela” apparentemente in procinto di diroccare.

Quando, quasi senza fatica gradino dopo gradino, si è giunti alla testata della valle, si apre tra due massi affrontati un piccolo varco; lo slargo di una radura: la Calà è finita.

Se non si vuol ripetere a ritroso il sentiero di salita si prende a sinistra la strada forestale della Val Scausse (sentiero 800) per poi salire sulla dorsale prativa di Col d’Astiago (q 1241-ore 0,45). Qui è stato costruito il bacino di raccolta dell’acqua pompata fin quassù dalla sorgente delle Grotte di Oliero poste 1100 m più in basso per servire i vari paesi dell’Altopiano di Asiago.

Dalla sommità di Col d’Astiago si hanno due alternative per rientrare a Valstagna:

si può discendere il crinale in direzione est seguendo la segnaletica per il sentiero CAI 775

“Sentiero del Vu” che in poco più di 2 ore riporta alla contrada Londa di Valstagna (sul percorso possibilità di innestarsi a quota 540 m con il sentiero dell’Alta Via del Tabacco calando successivamente alla provinciale Valstagna-Foza a circa 1 km dal parcheggio di partenza;

in alternativa si scende alle casare di Col d’Astiago ed alla successiva malga Le Pozzette (1034 m) dove si imbocca la bella mulattiera gradinata (segnavia CAI 773) che scende alla frazione di Oliero di Sopra (ore 2,00 da Col d’Astiago). Per arrivare a Valstagna centro restano da percorrere km 1,5 sulla provinciale più altrettanti per arrivare al parcheggio della “Calà del Sasso”.

 

Descrizione tratta dalla guida “CANALE DI BRENTA” di Armando Scandellari

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004 006 Paola e la smussa